L’esodo degli Scocco da Pola a Udine, Laterina e Marina di Ravenna nel 1956
Certi esuli d’Istria, Fiume e Dalmazia preferiscono non parlare, ancor oggi. Forse perché “no xe cose belle de contar”. C’è qualche esule che lascia solo brevi messaggi in Facebook come per Nadia Zanghirella, una cucciola dell’esodo, dato che ha frequentato la scuola elementare del Centro raccolta profughi (Crp) di Laterina. Era nella classe 3^ elementare della maestra Giuliana Stoppielli. Pur mancando banchi e armadi, come in tutta la scuola del Campo profughi, la maestra si arrangiò sui tavoloni da refettorio con panche pluriposto, trovando nell’aula: il mappamondo, l’atlante, carte geografiche e la bandiera (p. 24 del Registro Stoppielli). La Zanghirella, di recente, ha scritto in Facebook: “Pure noi siamo stati a Laterina nel 1956-‘58”. Eh, già da Laterina passano oltre 10mila esuli, dal 1948 al 1963, bisogna saperlo.
È come un fiume in piena, invece, la testimonianza di Liliana Scocco Cilla. Pure lei è una cucciola dell’esodo al Crp di Laterina. È una scolara della classe 4^ con la maestra Emilia Carmignani, di Terranuova Bracciolini (AR). La maestra scrive sul registro che i suoi alunni sono “pieni di entusiasmo e di buona volontà” (p. 17 del Registro Carmignani). Hanno poche suppellettili scolastiche. Il sussidiario arriva il 27 gennaio 1957 e “i ragazzi sono tanto contenti e vorrebbero studiarlo tutto insieme”, nonostante il disagio vissuto nelle baracche di Laterina.
“I miei genitori, quattro fratelli ed io siamo venuti via dalla nostra amatissima Pola nel gennaio 1956 – ha detto Liliana Scocco Cilla – dall’Istria siamo giunti a Udine al Centro smistamento profughi, dove c’erano i teloni per separare gli stanzoni, si faceva la coda per mangiare. Eravamo in cinque fratelli Maria Giovanna, Mario, Nerina, Liliana e Branco, poi c’era il papà Giovanni e la mamma Elvira Premate. A Udine ci siamo fermati per 8 giorni, poi a mio papà hanno detto di scegliere la destinazione tra alcuni Campi profughi, quello più a nord e più vicino all’Istria era quello di Laterina, così ci hanno mandato lì”.
Signora lei ha fatto la scuola a Pola, nel dopoguerra? “Sì, ho dovuto fare le scuole croate in 4 classi – ha risposto la signora Liliana – perché all’iscrizione ci hanno detto: ah, siete italiani, bene scuola croata! È stata dura, ma così ho vari amici che sento ancor oggi al telefono, poi io stavo dalla nonna Giovanna Premate, detta Ivana, a Promontore e ho altri amici anche lì e so parlare il croato”.
Ci sono altri ricordi di Laterina? “È un bel paesino lindo e pulito – ha aggiunto – ci siamo tornati per una visita anni dopo l’esodo, ma mia sorella maggiore non ha voluto saperne, lei ha chiuso con l’Istria e non ne vuole sentir parlare, per lei deve essere stato brutto venir via. In Campo profughi mia sorella pianista suonava l’organo e si è messo su persino il coro per le cerimonie . Noi eravamo nella baracca n. 1, ci eravamo ambientati, dopo un anno siamo finiti a Marina di Ravenna, perché il papà voleva star vicino a Pola. Mi vengono in mente i nomi dei medici del campo profughi, il più giovane allora, nel lontano 1956, si chiamava dottor Fiore e l’altro era il dott. Sinisi”.
Ricorda qualcosa della scuola al Crp di Laterina? “Mi porto sempre nel cuore quell’insegnante – ha detto la testimone, emozionata – era una giovane maestra, lei mi chiamava ‘amore’, ero brava a fare i calcoli mentalmente, ero proprio veloce”.
Quale mestiere faceva il suo babbo a Pola? “Era capitano marittimo – ha replicato Liliana Scocco – e, penso fosse nel 1944, quando aumentavano i bombardamenti angloamericani sul porto, mi ricordo che raccontava di aver fatto togliere gli sbarramenti notturni antisommergibile per fare uscire la famosa nave ‘Amerigo Vespucci’, che stava a Pola, salvandola dalle bombe d’aereo. Poi un altro suo intervento celebre fu il tentativo di salvare l’equipaggio di un sommergibile italiano affondato a Promontore. Lui diceva che con la sonda era riuscito a far scendere un po’ di latte ai marinai bloccati là sotto, poi il tempo si è guastato, si son rotti gli ormeggi e quei disgraziati sono tutti morti, li hanno recuperati poco tempo fa. Quando raccontava questo fatto tragico aveva sempre le lacrime agli occhi, per non essere riuscito a salvarli, ma il mare è così. Nel dopoguerra era capitano marittimo sulle navi da Pola a Trieste e le autorità iugoslave l’hanno sempre lasciato lavorare nella tratta fino a Trieste, forse perché avevano bisogno di lui”.
Lei oggi vive a Ravenna, dopo che Felice Lapini, direttore del Crp di Laterina ha consegnato al suo babbo Scocco Giovanni il certificato di profugo, con le firme di Arcelio Lalli, sindaco di Laterina e di Vincenzo Paternò, prefetto di Arezzo. È questa l’ultima tappa del suo esodo? “Mio papà con quella smania di avvicinarsi il più possibile all’Istria e al mare – ha spiegato Liliana Scocco – ha fatto domanda per le case popolari a Marina di Ravenna, così ci siamo potuti trasferire dal Crp di Laterina, un posto che io ricordo con piacere.Scelta la città di residenza, ci siamo rifatti una vita lavorando duramente e onestamente”.
Signora Liliana, lei è una pittrice di fama internazionale, quali sono i temi della sua pittura? Posso dire che la pittura è stata terapeutica? “L’arte è stata la mia salvezza – ha concluso – prima dipingevo per me stessa, poi mi hanno detto di esporre le mie opere ed è stato un successo, perché sa, io dipingo con le mani, senza pennelli, è la tecnica del ‘Digitismo’, brevettata proprio da me. I temi della mia pittura sono il mare, dove non si vedono confini, la vela, quale segno di libertà e la luce”.
Biografia artistica – Liliana Scocco Cilla è nata l’11 febbraio 1945 a Pola, nell’Istria italiana, da dove, all’età di undici anni, si è trasferita in Italia, approdando a Ravenna, dove vive ed opera tutt’ora. Questa esperienza ne ha segnato la sensibilità che riversa nei suoi lavori, ricchi di tonalità, di sfumature e di una inconfondibile profondità. Con una pluridecennale pratica pittorica che ha raggiunto livelli eccelsi. Unica è la tecnica usata dall’artista che dipinge direttamente sulla tela, senza disegno preparatorio, formando con le mani le sue opere senza l’uso del pennello, proprio per il bisogno di sentire il colore e l’opera in un contatto diretto tra forma e spirito. Istinto, colore, forme: per Liliana Scocco Cilla sono i temi determinanti della sua personalissima interpretazione dell’arte pittorica che ne hanno fatto la caposcuola del “Digitismo”, ovvero l’arte di dipingere con le dita direttamente sulla tela. Le sono stati attribuiti riconoscimenti da tutto il mondo artistico compresa la dedica “Omaggio a Liliana Scocco Cilla” attribuitale da vari artisti.
Fonti orali e ringraziamenti
La redazione del blog per l’articolo presente è riconoscente a Valentina Suprani e al signor Claudio Ausilio, esule da Fiume a Montevarchi (AR), socio dell’ANVGD provinciale di Arezzo, per aver fornito con la consueta cortesia i contatti per la ricerca, andando a incrementare una tradizionale e collaudata collaborazione con l’ANVGD di Udine risalente al 2016. Oltre alle fonti orali e digitali, si ringraziano gli operatori e le autorità del Comune di Laterina e dell’Istituto Comprensivo “Francesco Mochi” di Levane (AR) per la collaborazione riservata all’indagine storica. Le interviste (int.) sono state condotte dal professor Elio Varutti, vicepresidente dell’ANVGD di Udine, se non altrimenti indicato.
Liliana Scocco Cilla, Pola 1945, vive a Ravenna, int. telef. del 16 novembre 2020, oltre ai contatti nel web con Claudio Ausilio del 2 febbraio 2014 e periodi successivi.
Nadia Zanghirella, Pola, vive a Bergamo, post in Facebook del 12 novembre 2020.
Fonti archivistiche
Premesso che potrebbero esserci alcuni errori materiali di scrittura nei registri esaminati, ecco i testi della ricerca presente; i materiali sono stati raccolti da Claudio Ausilio, dell’ANVGD di Arezzo.
Comune di Laterina (AR), Elenco alfabetico profughi giuliani, 1949-1961, ms.
Istituto Comprensivo “Francesco Mochi” di Levane (AR); consultati i seguenti documenti:
– Giuliana Stoppielli, Note della Prova d’esami, 14 giugno 1957, allegato al Registro della classe 3^ mista, insegnante Giuliana Stoppielli, anno scolastico [1956-1957], c. 1, ms.
– Provveditorato agli studi di Arezzo, Comune di Laterina, Circolo Didattico di Montevarchi, Frazione C.R.P., Scuola Elementare Laterina C.R.P., Registro della classe 4^ mista, insegnante Emilia Carmignani, anno scolastico 1956-1957, pp. 23+10, stampato e ms.
Collezione privata di Liliana Scocco Cilla, fotografie, documenti dell’esodo, scheda di registrazione al Crp di Laterina, dattiloscr., stampati e ms.
Progetto di Claudio Ausilio. Ricerca di Elio Varutti. Servizio giornalistico e di Networking a cura di Sebastiano Pio Zucchiatti e E. Varutti
-
A chi mi chiede cosa sia per me l’arte rispondo che l’arte è amore, l’amore è vita, l’arte è vita.
-
NEWS
- Attestato 2021 31 January 2021
- Premio “Capitolium 2019” 19 May 2019
- Interview at Rome “La Pigna” gallery 7 November 2018
- Il “Carlino Ravenna” sulla Triennale di Roma 2017 30 March 2017